26 Settembre 2025

Europeo, per conoscerti ti servirà il treno

Paolo Rumiz ha molto viaggiato, spesso in treno. Giornalista e scrittore, è uno dei quattro finalisti del Premio Estense – di cui FER è partner - con il suo ultimo lavoro "Verranno di notte": il viaggio lento è l’antidoto ai pregiudizi nazionali, afferma. La cerimonia di premiazione a Ferrara domani 27 settembre

Per capire Paolo Rumiz (1947) si deve partire dai suoi straordinari reportage; ma anche – ce lo racconta lui – dal suo attuale punto di osservazione sul mondo: un paesino della Slovenia, toccato dalla linea ferroviaria che collega Lubiana a Capodistria e che in alcuni punti attraversa il bosco: “Mi capita di camminare o corricchiare tra gli alberi, di tanto in tanto incrocio il treno e il macchinista mi saluta con il fischio o addirittura con la mano”.

La mobilità lenta, il gusto delle piccole cose, la dimensione umana dell’esistenza sono il centro della sua ricerca.

“Il viaggio della mia vita l’ho fatto con Marco Paolini, nel 2002, attraverso le linee minori dell’Italia più segreta. Iniziava allora l’alta velocità e io mi sono divertito a raccontare l’altra faccia della medaglia: treni in cui puoi aprire il finestrino ed annusare il paesaggio. E dove soprattutto – e questo ti prego di metterlo – non si è asfissiati dai continui annunci che ti impediscono di dormicchiare, di leggere, che ti tolgono la concentrazione”.

Il suo rapporto con il treno è a quasi simbiotico. Da dove nasce?

“Amo sentire lo sferragliamento del treno. Sono nato in una città (Trieste n.d.a.) con due stazioni, in cui c’è una rete ferroviaria - risalente agli austriaci - estremamente capillare. Un secolo fa si arrivava a Vienna prima di quanto non si arrivi oggi. Ecco, se posso fare un appello pubblico a chi gestisce le ferrovie è di tenere conto delle linee minori, di tutelarle. Per me il treno è un’emozione infantile. Ho un nipotino di 4 anni che davanti a un treno si immobilizza per l’emozione. I genitori per farlo stare buono non gli mettono un cartoon ma un video con i treni che passano”.

La sua più grande avventura in treno?

“Una grande avventura è stata andare da Berlino a Istanbul in treno, seguendo sempre linee minori: lì ho fatto incontri con persone che mi hanno rivelato l’anima antica del centro Europa. D’altra parte la ferrovia ha una potenza che ha ispirato scrittori e poeti. Pensa a Prosa della Transiberiana di Blaise Cendrars: lì trovi il ritmo della ferrovia”.

E il viaggio più lungo?

“In treno ho fatto viaggi molto belli attraversando la Russia. Trovarsi davanti a tabelloni che indicano 72 ore di distanza dalla destinazione è emozionante. Lì ogni carrozza ha un responsabile che si occupa di servirti il the: un viaggio di altri tempi”.

Un riferimento puntuale al treno c’è anche nel suo ultimo libro, Verranno di notte

“La linea ferroviaria accompagna molti dei miei ragionamenti. Ecco, io trovo che il treno sia una magnifica macchina di pensiero. Quello che il treno mi dà in fatto di ispirazione e incontri è assolutamente impagabile. Come lo è quando qualcuno mi dice, dopo aver letto un mio libro - grazie a lei ho viaggiato, lì mi emoziono”.

A proposito, l’Europa ha ancora un’anima?

“Be’ nel mio ultimo libro scrivo di un’involuzione reazionaria dell’Europa. Verranno di notte perché quando c’è buio in certo senso si vede meglio. È lo stesso motivo che spinse Camilleri, nello spettacolo in cui rappresenta il cieco Tiresia, a dire: “Da quando non ci vedo più, vedo più chiaramente”. La notte è il luogo delle percezioni forti, delle memorie, delle visioni. E oggi abbiamo più bisogno di visionari che di analisti. Quello che ci dice la metamorfosi del mondo degli ultimi tempi è che non serve analizzare, piuttosto si farebbe meglio ad annusare quello che accade e infatti il mio ultimo libro nasce da una percezione olfattiva, un sento puzza di”.

Dove le piacerebbe andare ancora?

Mi piacerebbe arrivare a Baghdad in treno. Farei qualsiasi cosa pur di riuscirci.

GZ

cross Salta al contenuto
Panoramica Cookie Policy

Sul sito utilizziamo solo cookie tecnici necessari al corretto funzionamento del sito.

Non effettuiamo profilazione dei nostri utenti, mentre i cookie di terze parti relativi a servizi come Youtube vengono rilasciati solo nel momento della riproduzione del video da parte dell'utente, quindi l'azione in se rappresenta un implicito consenso da parte dell'utente.