Se si cerca su Google “incidente al passaggio a livello” ci si trova di fronte ad una massa imponente di risultati: oltre 1,3 milioni, con i più recenti che risalgono a qualche giorno fa. Questo vuol dire che – in Italia e all’estero - non passa settimana senza almeno un paio di incidenti la cui dinamica spesso è identica: la causa principale è infatti il mancato rispetto della segnaletica che contraddistingue ogni passaggio a livello.
È bene quindi ricordare, come recita l’articolo 147 del Codice della Strada, che “nell’approssimarsi ad un passaggio a livello gli utenti della strada devono usare la massima prudenza”; ma soprattutto che “è vietato attraversarlo con barriere o semibarriere in movimento; quando siano chiuse o stiano per chiudersi; e se sono in funzione i dispositivi di segnalazione luminosa e acustica”. Un comportamento particolarmente diffuso sulla strada sembra essere quello di accelerare quando le barriere stanno per chiudersi: una scena paradigmatica nel cinema degli inseguimenti in auto, che però costa cara nella realtà.
Quando avviene una collisione – nel gergo un “tallonamento” – tra un veicolo e i dispositivi (le barriere o la cassa) di un passaggio a livello, l’impianto entra in una logica di emergenza che porta al bloccaggio del primo treno che sopraggiunge. Gestire il guasto in questo caso richiede un tempo tecnico – dettato dall’intervento dei manutentori e dal ripristino delle condizioni di sicurezza - che solitamente ingenera ritardi anche consistenti nella circolazione ferroviaria.
Negli ultimi tempi si è notato che il trend dei tallonamenti è in crescita: spesso si tratta di veicoli che non rispettano la segnaletica e rimangono incastrati tra le barriere e le rotaie: un’eventualità estremamente pericolosa, che deve essere evitata osservando il rosso del semaforo di servizio, anche in caso – è bene sottolinearlo - di barriere alzate.
Se nel nostro Paese i passaggi a livello sono oltre 4 mila, sulla rete gestita da FER – che comprende nove linee per 364 km di ferrovia in Emilia-Romagna – si arriva a 300, di cui 59 privati, perché posti all’interno di fondi rurali o terreni agricoli.
Sulla rete regionale sono presenti passaggi a livello con semibarriere, in via di sostituzione; e con barriere complete, che rappresentano la maggioranza e su cui è ormai standard una tecnologia in grado di dialogare con i centri di controllo della circolazione, che “comandano” a distanza la chiusura delle barriere. Quest’ultima avviene, per ragioni di sicurezza, qualche minuto prima del passaggio del treno; così come per la riapertura bisogna attendere minuti dopo il transito della vettura di coda. Esistono però anche passaggi a livello azionati automaticamente dal treno in movimento, attraverso un pedale installato sulla rotaia che si attiva a pressione. Capita quindi che due passaggi a livello abbiano tempi di movimentazione diversi, anche se posizionati a poca distanza l’uno dall’altro: può sembrare anomalo, ma non lo è.
Per disincentivare comportamenti scorretti – che come detto sono alla base di incidenti e quindi dei frequenti ritardi nella circolazione dei treni – FER sta sperimentando un nuovo approccio a Guastalla, dove nei giorni scorsi sono state installate alcune videocamere di sorveglianza sul passaggio a livello di via Pieve: qui a breve sarà attivo anche un dispositivo che segnalerà alla Polizia Municipale le targhe dei trasgressori.
Sebbene FER ne abbia in programma la progressiva riduzione - e la loro sostituzione con sottopassi, ponti e strade di collegamento - i passaggi a livello nella nostra regione sono ancora molti: la comprensione della loro dinamica di funzionamento può aiutare gli utenti ad adottare un atteggiamento più consapevole e responsabile durante gli attraversamenti.