Ha debuttato recentemente sulla rete FER un “mezzo d’opera” diagnostico fondamentale per individuare prontamente e ripristinare eventuali anomalie all’infrastruttura; ma anche per programmare gli interventi con occhio vigile all’ottimizzazione dei costi e dei tempi di lavorazione. In altre parole un veicolo evoluto. Per capirne di più “ci accompagna a bordo” l’Ing. Angelo Rufino di FER (responsabile Manutenzione, impianti di Sicurezza, Segnalamento ed Energia).
Angelo, ci racconti in breve che cos’è il treno diagnostico e che differenza può fare?
Questo veicolo per FER rappresenta un salto culturale nella manutenzione all’infrastruttura ferroviaria: fino a ieri la verifica degli impianti era demandata ai manutentori, alla loro esperienza e alla loro capacità; oggi siamo passati ad una logica più oggettiva, perché la macchina – attraverso una tecnologia complessa – è in grado di controllare le caratteristiche geometriche del binario e della linea di contatto. In altre parole, in caso di anomalie abbiamo la possibilità di intervenire tempestivamente sulla base di dati aggiornati e sempre disponibili. Schematizzando, le tipologie di intervento per cui è pensato sono due: diagnostica armamento e manutenzione della catenaria.
È più di un salto culturale, è un cambio di paradigma…
Infatti. I dati raccolti nel database del treno ci servono per la definizione delle attività di manutenzione con una logica predittiva. Quindi non reagiamo più ad un problema, ma lo preveniamo. Va detto poi che il mezzo è polivalente: oltre a diagnosticare eventuali anomalie sugli impianti della trazione elettrica e all’armamento, è in grado di effettuare lavori di manutenzione alla linea di contatto e ispezionare le campate dei ponti ferroviari attraverso una gru estraibile.
Ci dai qualche numero? Investimento, lunghezza della rete da coprire?
Il veicolo diagnostico può operare in “modalità treno” su tutti i 364 km della rete gestita da FER, per un investimento di circa 4 milioni di euro, finanziato da FER e Regione Emilia-Romagna. È bene anche ricordare che il treno diagnostico ci consente di aumentare la frequenza di verifica degli impianti: attività fondamentali per salvaguardare l’efficienza dei binari e quindi la sicurezza della rete, una nostra priorità.
Come funziona? Qual è l’assetto tipico del personale che lavora sul treno diagnostico?
Quando si lavora – spesso di notte, per non interferire con la normale circolazione passeggeri – le persone a bordo sono sei: due persone addette rispettivamente alla guida e scorta del mezzo; due alla verifica dei dati provenienti dalla diagnostica, di cui una per la parte armamento, l’altra per la trazione elettrica; ed infine altre due per il ripristino urgente delle difformità che si dovessero presentare durante le visite.
Una delle caratteristiche è la possibilità di analizzare i dati provenienti dai sistemi diagnostici. Tocca fare un accenno alla cosiddetta “Internet of Things”…
Il vantaggio dell’utilizzo di un treno così evoluto è che i dati provenienti dagli impianti vengono verificati ed elaborati in tempo reale da un operatore, che si trova a distanza, e inviati su un server centrale. Ovviamente una serie storica di dati digitali consente di monitorare nel tempo le prestazioni dell’infrastruttura e valutarne il miglioramento degli indicatori.
Viene da pensare che uno strumento del genere era indispensabile…
Sono d’accordo, tanto più se pensiamo alla progressiva elettrificazione della rete regionale. Anche perché il treno diagnostico supporta e completa la classica attività dei manutentori, come la visita a piedi sulla linea. Da questo punto di vista, tre vantaggi sono evidenti: limita notevolmente il dispendio di energie umane, ottimizza i costi per gli interventi, consente verifiche più chiare ed oggettive sull’armamento e sulla catenaria.
Non c’entra niente, ma questo treno potrebbe essere un pezzo da collezione per chi è appassionato di modellismo…
È vero… effettivamente il treno diagnostico oltre che tecnicamente utile è anche interessante dal punto di vista estetico e visivo. Sicuramente un pezzo unico da collezione.